SI RIPARTE


Pablo esce per andare a lavoro, ma ci aveva già accordato il permesso per rimanere qualche ora in più in casa quindi ci salutiamo lo ringraziamo e con molta eleganza ci rimettiamo a dormire. Siamo pronti a partire qualche ora dopo, ricarichiamo il risciò e ci rimettiamo in strada, alla volta di Villanova i la Geltrù che raggiungiamo all'incirca all'ora di pranzo




ci fermiamo sul lungomare sembra di stare in un deserto un immensa distesa di sabbia bianca e qualche palma sparsa qua e la. C'è un passaggio pedonale lastricato che porta fino al mare cosi pensiamo di infilarci giù per la discesina e pranzare in riva al mare,







ma non abbiamo fatto i conti con fratello vento che tira delle sferzate micidiali condendo il nostro pasto di sabbia cosi ci spostiamo un po' più su, pranziamo e poi si riparte abbiamo ancora qualche chilometro da fare tutto lungomare crediamo noi, invece la strada ferrata ci sbarra la strada costringendoci ad internarci un po inerpicandoci su per la solita salitella, tanto per digerire, ma per nostra fortuna incontriamo un runner che tanto che si trova li si attacca dietro e ci aiuta a spingere fino allo svalico. E sul cucuzzolo Santa Llùcia un mini villaggio di pescatori in decadenza



e poi giù per la discesa, questo si che ci piace, fino a El Prat de Villanova. Cominciamo a guardarci intorno per trovare un riparo per la notte ma non è che ci sia niente di interessante che faccia al caso nostro così proseguiamo ancora un po sul lungomare. Che sembra abbandonato a se stesso. Dobbiamo fare un po di spesa quindi chiedendo informazioni ci addentriamo un po' e ci troviamo davanti ad uno spettacolo desolante un agglomerato urbano probabilmente ridente e popolato durante la stagione estiva, ma ora da i brividi sembra uno scenario post atomico, desolazione silenzio raramente incontriamo anima viva o almeno non sanno di esserlo. Su terreni abbandonati e recintati campeggiano strane bandiere pubblicitarie che promuovono la vendita immobiliare, che con il vento che pian piano sembra aumentare producono un sinistro cigolio, attraversiamo gruppi di palazzine vuoti che sembrano abbandonati a se stessi fino ad arrivare sotto una minacciosa ciminiera che fa ombra ad un supermercato che non capiamo a chi serva vista la situazione.



Fatta la nostra scorta di viveri torniamo indietro come schegge avendo il vento dalla nostra fino al “paseo fluviale” di Cubelles e li sotto un grande pino ritorto dal vento ci accampiamo per la notte.

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